Chi è che non ha mai sentito parlare dei Culurgiones? Sono uno tra i piatti più celebri e rappresentativi di tutta la gastronomia sarda. Già presenti dal Medioevo, nascono inizialmente in Ogliastra, e poi incominciano a diffondersi in tutta la Sardegna con ricette diverse ed uniche tra loro, diventando una parte integrante della storia dell’isola.

Data la sua diffusione, attorno a questo delizioso piatto si sono creati miti e nate tante curiosità a riguardo, un po’ come per la più classica Carbonara a Roma. Quindi ecco cinque curiosità su questo tradizionale piatto sardo a base di patate, menta e pecorino.

  • La loro classica forma detta “Sa spighitta” (disegno tipico a spiga), nasce con l’intento di propiziare il raccolto del grano, materia che per l’appunto serve per la loro realizzazione.
  • Nella costa centro-orientale della Sardegna, a Baunei, i Culurgiones non hanno la forma tradizionale “Sa spighitta” ma una molto più simile alla classica forma rettangolare dei ravioli, con l’eccezione di essere più grandi e ripieni.
  • In alcuni comuni e non dell’entroterra Ogliastrino, tra cui Ulàssai, era solito mangiare i Culurgiones soltanto nella giornata del 2 novembre per la commemorazione dei defunti, poiché secondo la tradizione questa pietanza aveva anche funzione di amuleto per proteggere la famiglia dal lutto.
  • Assieme alla Pasta di Gragnano, ai Cappellacci di Zucca, ai Maccheroncini di Campofilone ed ai Pizzoccheri della Valtellina, i Culurgiones sono uno dei pochi tipi di pasta italiana ad avere il Marchio Igp (Indicazione geografica tipica)
  • L’utilizzo di patate per il ripieno della ricetta risale all’800, poiché grazie ad un clima favorevole tipico della montagna, in Barbaglia ed Ogliastra si iniziò una ricca coltivazione di patate.
  • Voi li avete mai provati? E qual è la vostra variante preferita?